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Mariuoli di questo pianeta, unitevi e fate casino, raccontateci che il rock è rivoluzione come nella tradizione dei migliori “dittatori”! Melodia e chitarre grezze, voce rabbiosa e tanta attitudine. Per scatenare il “popolo del diavolo” servono ancora questi ingredienti e se la miscela è quella giusta si può veramente “spaccare” sbattendosene dei trends. Lasciamo che MTV ed i suoi artisti rivelazione se ne vadano senza averci lasciato grandi ricordi. Mettiamo per una volta da parte il volto del successo e frughiamo giù nell’anima di una band che vuole solo “Speed Kills”. Chiamasi “The Crooks” e se la velocità uccide che la strage abbia inizio! Ecco cosa mi hanno raccontato Fab (vocals, guitars) ed Ette (bass), per mezzo di un disponibilissimo Dario della Tre Accordi Records...

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Ciao Ragazzi, ci volete raccontare la vostra storia e come mai avete scelto il monicker “The Crooks”?
Fab: I Crooks sono nati nel 1997, quando io e Ale abbiamo formato il primo nucleo del gruppo. Volevamo fare punk rock vecchio stile perché in giro non se ne sentiva molto. Dopo varie ed alterne vicende siamo rimasti in 3, con Paul Gerson dei Gerson che suonava il basso e con questa formazione abbiamo registrato il 7”. Poi siccome volevamo un sound più complesso abbiamo deciso di prendere un bassista; Ette, così Paul è passato alla chitarra. Dopo un annetto Paul ha deciso di dedicarsi solo ai Gerson e così è arrivato Pietro a sostituirlo; lui e Ette si conoscevano già da anni e infatti le cose sono andate molto bene. Da allora abbiamo scritto molti nuovi pezzi che finiranno sul secondo album. Il nome Crooks era in una lista di nomi fatti e metteva d’accordo tutti: corto, semplice, molto punk!
Ette: Quando sono arrivato io i Crooks già si chiamavano così, ti posso dire che nel momento in cui mi hanno chiesto se volevo suonare con loro e mi hanno detto il nome io dissi ”eh?!, crux? ma non è che fate death metal e non me lo volete dire?"...Ero convinto di finire tra i satanisti. Poi si è capito che era una citazione colta: se guardi tra i titoli di coda di “The great rock’n’roll swindle” vedrai che Steve Jones figura come “the crook”, ovvero il mariuolo…

La vostra proposta musicale mi ha ricordato alcune delle sonorità di New York Dolls, Johnny Thunders & the Heartbreakers e The Dictators! Quali sono le vostre principali influenze, le bands del passato che avete seguito con più passione?
Ette: Giustamente citi questi nomi perché sono fra le nostre influenze, comunque per quel che mi riguarda ascolto, fin da piccolo, davvero di tutto. Sono anche preso per il culo dagli altri per certe mie passioni inusuali per l’ambiente come i Queen, gli Who, i Blur, i Radiohead ed in generale per il Rock ed il Punk inglese, anche se mi piace molto la Detroit scene e altri gruppi americani come i Television o i Dream Sindacate. A me basta che il gruppo faccia musica di qualità con convinzione, non mi importa dei generi. Quelli sono solo un’invenzione dei critici!

Ragazzi vi incazzate se vi dico che per certi versi, soprattutto per quanto riguarda le vocals, la vostra proposta ha dei tratti simili a quella degli italiani Thee S.T.P.?!?! Che ne pensate di questa band?
Ette: Non ci incazziamo assolutamente, anche perché siamo molto amici dei Thee S.T.P. e abbaiamo fatto molti concerti insieme. Comunque, senza offesa, è più facile che magari abbiamo scopiazzato dalla stessa fonte! Secondo me si sentirà molto la differenza che c’è tra i The S.T.P. e noi con il nostro prossimo disco. Sarà molto diverso dal primo, nella migliore tradizione del passato dove tra un disco e l’altro coglievi l’evoluzione e la maturità di un gruppo. Oggi si tende a ripetere la formula vincente del primo disco all’infinito!

“Non sono integrato socialmente…avrei bisogno di soldi ma non ho un lavoro, vorrei fare qualcosa, ma non mi piace lavorare…Odio il mondo e il mio Paese” così dice “Speed Kills” un titolo quantomeno malizioso (ricordo per i più disinformati che lo “Speed” è una droga sintetica stimolante)? Raccontateci un po’ meglio che volete dire con questa canzone!?
Ette: Praticamente la storia della nostra vita! Ognuno di noi la interpreta come vuole, io ad esempio traduco “speed kills” con “la velocità è una figata” perché per me non c’è nulla di meglio di una corsa in moto per togliermi i pensieri, ma il titolo ha molte possibili varianti: “lo speed ti uccide”, “lo speed è una figata”, “la velocità uccide”. Godo un casino con questi giochetti linguistici!!! A parte questo il testo è molto chiaro: la società moderna vuole schiacciare l’individuo e la spiritualità: tutto questo ci rende nichilisti e cinici.

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Un altro bel testo è quello di “Slave or Loser”, dove mettete l’ascoltatore di fronte ad una scelta fra libertà, felicità, l’essere uno della società o non fare parte di essa! Insomma qual è lo scopo di questo testo!?…Far riflettere la gente su ciò che è veramente importante nella vita oltre i soldi, le regole e la carriera?
Ette: Hai colto nel segno! Fondamentalmente i nostri testi sembrano cervellotici, ma poi sono invece molto diretti. A questo mondo spesso si è costretti a scegliere la carriera e il lavoro come unici scopi di vita dimenticando che sono altre le cose che contano: libertà, amore, musica! Il bello è che uno crede di essere libero perché ha molti soldi, mentre invece è più schiavo del mondo di un poveraccio!

Usate musica dall’impatto elettrico, grezzo, diretto e infarcita di “happy’n’melody” per sputare in faccia alla gente la rabbia di coloro che si sentono fuori posto ed esclusi dalla logica di questo mondo. E’ questo il vostro scopo?
Ette: Effettivamente il nostro intento è un po’ questo, perché pensiamo che il rock più che un semplice intrattenimento sia una rivoluzione! Detto questo non ci vedrai mai cercare di indicare la via come dei profeti. La figura dei leader mal si addice alla nostra indole punk! Per quello che riguarda la melodia sappi che viene molto dalle mie influenze pop anche se gli altri non lo ammetteranno mai!

Fab, ti occupi della maggior parte dell’opera di songwriting, hai un momento particolare della giornata che ispira maggiormente la tua opera di composizione? Oppure un particolare metodo per scrivere le canzoni dei The Crooks? Quanto influiscono le idee e l’operato degli altri membri della band sul songwriting?
Fab: Non c’è un momento preciso della giornata, di solito i testi mi vengono quando vogliono loro o mentre scrivo la musica. Di solito scelgo un tema che mi ispira e lo adatto alle note. All’inizio abbozzo un testo un po’ “Celentanato”, poi man mano in base anche al ritmo ed ai suoni scrivo le parole corrette, anche con l’aiuto di Ettore che corregge la grammatica!
Ette: Qui sarebbe d’uopo che ti rispondesse solo Fab, comunque anche io ho scritto un testo, quello di “Rock your radio”, e l’ho scritto di mattina, perché è il momento della giornata nel quale sono più gioioso, se mi sono alzato tardi ovviamente! La canzone tratta infatti di un tema scanzonato e tipicamente rock anni ‘50: “quando ci vediamo pupa? Lo so che tuo padre mi vuole fare secco e che la mamy ti ha messo in guardia, ma non resisto senza baciarti!” Ammetto che non è il top comunque rispecchiava i miei sentimenti al momento. Per il resto io sono l’incaricato di revisionare tutti i testi delle canzoni in quanto conosco bene l’inglese: limo qua, taglio là, cambio una parolina, et voilà: il gioco è fatto! Nel prossimo disco comunque ho scritto ben 4 testi! E sono molto più seri!

Come vi trovate a lavorare con la Tre Accordi Records, devo dire che l’opera di artwork e di confezionamento è molto curata! Come sono andate le vendite di “Speed Kills” fino ad ora, siete soddisfatti del risultato ottenuto?
Ette: Ci troviamo magnificamente! Lavoriamo bene e l’etichetta cura i dettagli con gusto, tanto che il prossimo disco uscirà sempre per la Tre Accordi. Le vendite sono andate bene, considerando il mercato italiano, e comunque andrà di sicuro meglio con il prossimo! Comunque non ci siamo fatti la Cadillac se è questo che vuoi sapere!

E dell’attività live che mi dite, che succede durante uno show dei “The Crooks”? C’è qualche data che vi è rimasta particolarmente impressa per vari motivi quali accoglienza del pubblico, caratura degli artisti con i quali avete condiviso le serate, etc.?
Ette: Magnifica! Stiamo suonando tanto e un po’ ovunque, e questo ci rende felici ed orgogliosi, cosa succede sul palco? Hai presente il circo Togni? Di più! Concerti memorabili ce ne sono stati tanti, fra gli ultimi quello alla Skaletta di La Spezia veramente mitico. Bhè poi quello di spalla ai Glucifer non è stato niente male!!!

La vostra bevanda preferita, il vostro hobby preferito, la vostra canzone preferita e come di rito la vostra top-model/sexy star/pornostar preferita!
Ette & Fab: Negroni, vespa e lambretta, “Fly Me To The Moon” di Cole Porter nella versione di Frank Sinatra, Laetitia Casta!!!

L’intervista è conclusa! Spazio libero ragazzi dite ai “Desperados” di The Rock Explosion quello che volete!
Ette & Fab: Pensate con la vostra testa ragazzi! Ciao mamma!

Intervista realizzata da Bruno Rossi.

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